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Riapre la Sala Bianca per i trentanni della Museo del Costume
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Riapre la Sala Bianca per i trentanni della Museo del Costume

Una festa per i trent'anni della Galleria del Costume di Palazzo Pitti, il museo dello Stato, l’unico museo nazionale di storia della moda e del costume in Italia, parte integrante  della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale  della città di Firenze, e una location da fiaba che riporta il mondo del fashion italiano là dove tutto è cominciato nei primi anni Cinquanta, nella mitica Sala Bianca. Una idea bella ed emozionante che premia il lavoro dei tanti ricercatori che hanno lavorato in Galleria per primi i direttori a cominciare dalla professoressa Kirsten Aschengreen Piacenti che ha fondato il Museo nel 1983 con incredibile coraggio e passione partendo da un piccolo nucleo di abiti storici di proprietà dello Stato, cui si aggiunsero copiose e significative donazioni che confluirono nella prima selezione espositiva nel settembre del 1983.


Significativo ed indimenticabile è stato  il contributo dell’Associazione Amici della Galleria del Costume nata,  alcuni mesi prima, grazie all’entusiasmo di Raffaello Torricelli, allora Presidente dell’Associazione Amici dei Musei fiorentini. Nella direzione poi si sono impegnati Carlo Sisi e Caterina Chiarelli che della Galleria è attualmente la direttrice. Calici in  alto dunque su invito dalla Sovrintendente Cristina Acidini negli ultimi anni molto determinata a ridare vigore e prestigio alle collezioni ed ad incentivare donazioni ed esposizioni come l'ultima dedicata alla storia del cappello, aperta solo da pochi giorni. La storia della Galleria è stata segnata fino ad oggi da un succedersi intenso di donazioni di privati scandite da meno frequenti, ma rilevanti, acquisti dello Stato; citarne alcuni significherebbe sminuire gli altri, ma merita una menzione speciale, la donazione del sarto teatrale Umberto Tirelli nel 1986, costituita da circa trecento capi storici di abbigliamento e novanta costumi di scena, come pure fra le donazioni degli stilisti contemporanei, quella fatta da Gianfranco Ferrè nel 2003 di circa novanta capi. Fra gli acquisti, si annovera una splendida collezione di bottoni dal XVII all’inizio del XX secolo.


La Galleria include un laboratorio di restauro, ribattezzato il "Cucinone", dove abiti e accessori vengono sottoposti   ad una verifica del loro stato di conservazione, e, quando occorre, a complessi interventi di restauro prima dell’esposizione o del loro collocamento in deposito. Nel museo fiorentino che ha sede nella sale della Meridiana di Palazzo Pitti ogni due-tre anni avviene la rotazione degli abiti in mostra che datano dal ‘700 ad oggi. Uniche opere esposte stabilmente sono gli abiti funebri di Cosimo I de’ Medici, della moglie Eleonora di Toledo e del figlio Don Garzia, recupero straordinario dopo un lungo e complesso restauro, pezzi rarissimi e molto preziosi che raccontano molto della vita alla corte dei Medici. Da lunedì 9 dicembre (ma anteprima domani) in Sala Bianca di Palazzo Pitti verranno esposti i doni che  sono pervenuti alla Galleria per l’ occasione dei suoi 30 anni da parte di aziende come la Enrico Coveri Maison, istituti di credito come la Banca di Cambiano, e privati come Andrea Ferretti, Fabiola Forchir, Gianfranco Grimaldi, Cristina Grossi Zanuccoli e Cecilia Matteucci Lavarini.

 

 

Autore


Eva Desiderio

 

 

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