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Leonardo da Vinci, la battaglia sulla Battaglia di Anghiari
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Leonardo da Vinci, la battaglia sulla Battaglia di Anghiari

La ricerca della Battaglia di Anghiari va avanti. Il ponteggio nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze non verrà smontato, anzi. La battaglia sulla Battaglia non ferma le ricerche del "Leonardo perduto” dirette dell'ingegner Maurizio Seracini dell'Università di San Diego. Un appello di 35 studiosi, tra cui lo storico dell'arte e accademico dei Lincei Salvatore Settis e il curatore capo della pittura europea al Metropolitan Museum di New York Keith Christiansen. 

 
Hanno chiesto ieri di “fermare i lavori ritenendo del tutto improbabile che Vasari abbia sigillato qualcosa di ancora leggibile sotto un muro”, ha ipotizzato che si cerchi sulla parete sbagliata e ha deplorato i possibili danni all'affresco del Vasari che verrebbe inutilmente bucherellato da sonde endoscopiche. Sempre ieri, Alessandra Mottola Molfino, presidente di Italia Nostra, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per danneggiamento di opera d'arte, in cui si richiede il sequestro preventivo del cantiere installato nel Salone dei Cinquecento.

Nel frattempo proseguono le ricerche, finanziate dalla National Geographic Society.

La professoressa  Paola  Salvi, vicedirettore dell'Accademia di Brera, ha curato la mostra "Leonardo, dal genio al mito”, presso La Venaria Reale di Torino fino al 29 gennaio, dove è esposto per la prima volta al pubblico il famoso “Autoritratto”.  Sulla possibilità di danneggiamento all'opera del Vasari la professoressa è scettica: «Non credo che Maurizio Seracini sia andato a Palazzo Vecchio armato di trapano a fare buchi  a casaccio a destra e a manca. È ospite in casa d'altri, con tutte le tutele del caso, con l'avallo della Soprintendenza, con la collaborazione dell'Opificio delle Pietre dure.

Se ha potuto effettuare le indagini con la sonda endoscopica, lo ha fatto in punti già fessurati o in punti di lacunosità, dove c'è stata caduta di colore. Non credo si possa parlare di buchi veri e propri. E non prendo nemmeno in considerazione l'ipotesi di danni all'affresco di Vasari: mi fido degli organismi di tutela».

Alcuni sostengono che è improbabile che Vasari abbia sigillato qualcosa di ancora leggibile sotto un muro.
La professoressa Salvi dice: «Lì sotto c'è qualcosa, potrebbe anche essere illeggibile, ma non è questo il punto. Qui non si tratta di trovare una bella immagine, ma di capire meglio la storia, capire come si è comportato Vasari. Il rapporto dei posteri immediati cinquecenteschi con Leonardo è infatti ancora da indagare meglio. Leonardo fu una figura difficile da gestire per i posteri, venne quasi messo da parte. Vasari per esempio, pur riconoscendone la grandezza e la genialità, lo descrive come un eretico...».

Sarebbe stato necessario costituire un comitato di esperti prima di procedere?
« In casi come questo», prosegue Salvi, «non c'è dubbio che una situazione condivisa è meglio di una situazione di scontro. Si tratta poi di opere dell'umanità e quindi un ampio coinvolgimento di esperti è opportuno. Ma questo progetto è in piedi da così tanto tanto tempo, è stato auspicato da molti, tra cui il professor Carlo Pedretti. La condivisione si è creata, storicizzandosi, nel corso degli anni di preparazione. In questi casi è fondamentale in primis l'organismo di cautela. Se poi si troverà qualcosa, il comitato di esperti potrà entrare in scena in seguito».

Tomaso Montanari, docente di Storia dell'arte moderna alla Federico II di Napoli, dice che invece di concentrarsi su questa “opera straordinaria” si doveva procedere semplicemente al restauro dei dipinti del Vasari.  «Ma  il dubbio che lì sotto ci sia qualcosa sussiste. Quindi è logico fare prima la ricerca e poi restaurare. Il valore della scoperta, qualora venisse realizzata,sarebbe inestimabile. Da un punto di vista simbolico e storico, oltre che oggettivo».

I toni accesi della polemica fanno sorridere il critico d'arte Philippe Daverio. «Fino ad ora non si è trovato il Leonardo, ma in cambio abbiamo trovato gli intellettuali!  Questa è una notizia! E solo per un forellino.... Mi chiedo dove fossero gli intellettuali quando la facciata della Basilica di San Lorenzo, sempre a Firenze, è stata restaurata male? Dov'erano quando nello studiolo di Francesco I de' Medici è stata esposta la testa di Damien Hirst?».

In ogni caso, Daverio dice che forse sarebbe meglio lasciare le cose così:« A volte è meglio il mistero di una verità troppo svelata».

Spiega: «Tutti sanno che la Battaglia di Anghiari fu una catastrofe tecnica. Leonardo era uno sperimentalista, una specie di Archimede Pitagorico. Nel caso della Battaglia, tentò di realizzare un affresco senza i materiali giusti, senza una preparazione adeguata del muro. Il risultato fu che l'affresco evaporò sotto gli occhi dei Cinquecento. Chi ci ha dipinto sopra ( Vasari) lo ha fatto, punto e basta. La storia è sempre stata stratificata».

«Se fosse mio, preferirei lasciare tutto nel mistero. Un mistero fiorentino», conclude.

 

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