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Firenze, la Toscana e l'Età del Risorgimento
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Firenze, la Toscana e l'Età del Risorgimento

La Regione Toscana ricorda i 150 anni dall'Unità con la mostra “La Toscana nell'Età del Risorgimento": una rassegna itinerante che farà il giro dei cinque continenti laddove i toscani che vivono all'estero sono più numerosi, ma che farà tappa anche in alcune scuole toscane. Ed anche per questo nel costruirla sono state privilegiate immagini e didascalie scritte con un linguaggio semplice ed immediato. L'hanno curata Baldacci e Ceccuti.

La mostra è stata curata dai professori Valentino Baldacci e Cosimo Ceccuti, entrambi docenti presso l'Università di Firenze, e si compone di due sezioni: una destinata all’illustrazione del periodo granducale, l’altra che ripercorre le tappe economico e sociali, oltreché politiche, fino all’Unità e a tutto il periodo in cui Firenze è stata capitale.

Il filo conduttore della mostra è il ruolo centrale che la Toscana, e in particolare la città di Firenze, ha svolto durante una lunga fase del periodo risorgimentale: certamente fino al 1848, ma per certi aspetti anche oltre. Per la lingua ad esempio, e come punto di riferimento nella costruzione di un pensiero liberale che progressivamente si è imposto al resto della penisola.

La rassegna parte dai Lorena, ricorda il progetto politico, poi naufragato, di una confederazione italiana che portasse ad un'unificazione economica, culturale e linguistica senza sconvolgere però l'assetto politico della penisola ed arriva fino agli anni di Firenze capitale e del dibattito sulla lingua italiana. Dei Lorena si sottolineano la spinta riformatrice ma anche le contraddizioni: come quella di una dinastia che, anche se profondamente radicata nella tradizione toscana, era pur sempre un ramo della casa regnate nell'impero austriaco. Vengono ricordate le riforme nel campo agrar io e del commercio, le bonifiche e lo sviluppo delle infrastrutture: prima le strade e poi e le ferrovie che furono realizzate, facendo della Toscana una regione all'avanguardia. Si parla anche della scuola e dell'educazione popolare, che fu al centro della riflessione e dell’attività di personaggi come Gino Capponi, Cosimo Ridolfi e Raffaello Lambruschini, e dei movimenti di opposizione di ispirazione carbonara e mazziniana.

La seconda parte della mostra è dedicata agli anni dopo il 1848, con il progressivo emergere di una opposizione non solo di tendenza democratica e repubblicana ma formata dalla stessa classe dirigente liberale moderata, la trasformazione di Firenze negli anni in cui fu capitale, non senza qualche malumore per l'arrivo di trentamila piemontesi e gli affitti schizzati alle stelle, e alla questione della lingua.

www.regione.toscana.it/italiaunita150
 

 

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