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Alluvione di Firenze - 4 novembre 1966
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Alluvione di Firenze - 4 novembre 1966

 

4 novembre 1966, ore 03:48, arriva la prima notizia dell'ANSA: «La situazione in Toscana diventa sempre più grave. La pioggia non accenna a cessare e i corsi d'acqua, specialmente i più piccoli, sono notevolmente ingrossati. In provincia di Firenze, è emergenza a Incisa Valdarno e negli altri centri in prossimità dell'Arno, nel quale confluiscono altri torrenti. Le acque hanno invaso molte abitazioni».

 

 

 

L’alluvione di Firenze, avvenuta nelle prime ore di venerdì 4 novembre 1966, a seguito di un'eccezionale ondata di maltempo, è considerata uno dei più gravi eventi alluvionali accaduti in Italia.

L'alluvione fu un evento eccezionale ed inaspettato per le sue proporzioni.

Mai a Firenze l'Arno, che pure aveva esondato spesso, aveva raggiunto una tale furia: 35 persone persero la vita in quei drammatici giorni per cause più o meno dirette dovute all'alluvione. Duratura nella memoria è rimasta la tragedia, legata al patrimonio artistico della città: migliaia di volumi, tra cui preziosi manoscritti e opere rare a stampa, furono coperti di fango nei magazzini della Biblioteca Nazionale Centrale; una delle più importanti opere pittoriche di tutti i tempi, il Crocifisso di Cimabue conservato nella Basilica di Santa Croce, deve considerarsi perduto all'80% a causa dei gravi danni riportati;  la nafta usata per il riscaldamento imprime tracce indelebili su tanti monumenti mostrando il livello raggiunto dalle acque; in alcune zone l'acqua supera i cinque metri; la Porta del Paradiso del Battistero verrà spalancata violentemente dalle acque e dalle ante sbattute quattro formelle del Ghiberti si staccheranno; innumerevoli i danni ai depositi degli Uffizi...

Una tragedia immane che colpì profondamente l'animo di molti e spinse, nei giorni successivi all'alluvione a far giungere soccorritori da diverse zone d'Italia e anche dall'estero.

Ma la catena di solidarietà di estende: un vero e proprio esercito di giovani e meno giovani di tutte le nazionalità, subito dopo l'alluvione, arrivarono a migliaia in città per salvare le opere d'arte e i libri; fu un’incredibile catena volontaria di solidarietà internazionale e i volontari vennero chiamati gli "Angeli del fango". 

 

 

Autore


Marisa Cancilleri

 

 

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