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I "fochi" siamo noi
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I "fochi" siamo noi

Notte del 24 Giugno a Firenze, notte di San Giovanni nostro patrono, tante le stelle nel cielo insieme alla Luna, ferme lì luminose con gli occhi rivolti su Firenze, guardano il Piazzale Michelangelo con sguardo impaziente. Tante le persone in città e nei dintorni anch'esse guardano con impazienza il Piazzale Michelangelo. Tutte sembrano essere un limpido lago dove le stelle e la Luna si specchiano. Si attende si aspetta qualcosa da un anno, qualcosa d' importante, il culmine della celebrazione del nostro Santo Patrono Giovanni Battista.


Ed ecco finalmente che  le luci in città si spengono, un botto dietro l' altro risuona e come per magia nella notte iniziano a brillare quattro colori, sparati in aria dai fochi artificiali che una sapiente mano invisibile dirige e coordina come un direttore d' orchestra. Salgono in aria  e scoppiano fondendosi l'un l'altro in un fraterno abbraccio. Un abbraccio di colori che illumina la notte, e la rende meno buia più somigliante al giorno. Continuano la danza quei fochi e gli abbracci si sprecano, insieme alle esclamazioni stupite di noi fiorentini. Gran finale coi botti, uno, due,tre, botti che ne sanciscono la fine. Come i rulli che i tamburini del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina eseguono alla fine della grida per il Magnifico Messere, quando l' Araldo della Signoria dice "Maestro di Campo a Te il Comando". Da li si può rompere le righe e abbandonare la Piazza, lasciando ai calcianti la loro contesa. Da qui si riaccendono le luci e s' innalza sui lungarni il coro Firenze! Firenze! Ci si saluta con quello accanto anche se non si conosce o non lo si è mai visto, con qualcuno ci si abbraccia proprio come fanno i fochi che alla fine siamo noi e ci si da appuntamento al prossimo anno. Le stelle insieme alla Luna sorridono e tra di se come mille comari di un paesino nel loro chiacchiericcio dicono: però ganzi i fochi anche quest'anno, proprio bravi questi fiorentini! Mentre l'Arno da sotto sorride strizza l'occhio e si rimette a dormire.

 

 

 

Autore


Nicola Biagi

 

 

 

 

 

 

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