Ti è mai capitato di andare a cercare un luogo che avevi visto in un quadro? Io sono andata sulle tracce di Giovanni Fattori e i macchiaioli a Firenze. Nel film «Sogni» di Akira Kurosawa il protagonista sta visitando una mostra quando a un certo punto si ritrova dentro a un quadro di Van Gogh. Io ho deciso di inventarmi un percorso a Firenze, prendendo spunto dagli scorci e le vedute della Firenze di fine ottocento-inizio novecento, ripresi «dal vero» dai Macchiaioli. Sono veramente tanti i luoghi dipinti dai Macchiaioli a Firenze che potrei scegliere di visitare: vicoli, piazze e monumenti del centro, l'antico mercato e il Ghetto. Questa volta mi sono dedicata a un itinerario periferico, che dalle Cascine arriva a Ponte Vecchio, passando per le sponde dell’Arno.
Prendo la tramvia e scendo a Cascine, uno dei luoghi preferiti dai Macchiaioli. Qui gli artisti, quasi tutti toscani, si davano appuntamento per dipingere «a macchia», un nuovo modo di esprimere la luce in pittura insieme a una rappresentazione reale dei soggetti. Giovanni Fattori, uno dei maggiori esponenti della corrente, ha realizzato diverse acqueforti su lastre di ferro che ritraggono alcune strade interne, il lungarno e la Fonte di Narciso. Qui la luce tra le fronde degli alberi è veramente bella. Mi alzo a fatica dal prato su cui mi ero distesa e inizio a camminare verso il centro, passando lungo l’Arno. Raffaello Sorbi e Angiolo Tommasi mi accompagnano sulle rive del fiume con i loro quadri dedicati a un cacciatore e a una scena di vita contadina. E poi i ponti, la pescaia e il Mulino della Vaga Loggia, che oggi non ci sono più. È una città diversa, Firenze vista da qui. Un paesaggio senza tempo. Non entro nei quartieri ma mi lascio prendere dalla quasi bucolica atmosfera delle sponde dell’Arno. Poi inizio a sentire dei rumori e mi accorgo di essere arrivata a Ponte Vecchio. Ce l’ho davanti agli occhi, imponente come nel quadro di Telemaco Signorini. Anche se non è il 24 giugno, da qui finisco il mio «Sogno» con i Macchiaioli a Firenze, immaginando i fuochi di San Giovanni, proprio come li ritraeva Giovanni Signorini.
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