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La libertà e il gioco di Fiorenza
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La libertà e il gioco di Fiorenza

vasari stradano assedio di firenzeChe bel risveglio stamani! Come ormai mi capita da secoli, ma oggi ancor di più. Non ci sono più quei brutti ceffi sulle mie alture, non sento più quei rombi cupi che tanto male mi fanno. Oggi è vero son cambiati i tempi, le mie mura non ci sono più e le guerre si combattono diversamente. Io però ricordo bene quei giorni, di fame e sofferenza per tutti, eppure la forza e il coraggio non sono mai mancati e si sono trasmessi fino ad oggi. Ricordo in particolare quel giorno in cui si decise nonostante tutto di giocare al calcio in livrea. Ah che bello, fu proprio oggi, un giorno di 485 anni fa.

Per un attimo fu come se il tempo si fermasse e tutte le brutture che una guerra porta con se restassero fuori dalle mie mura. Fu un attimo lungo che durò un intera partita, che non ebbe vincitori. Come erano belle le grida di festa e di gioia che risuonavano nelle mie vie, e i bambini che mai perdono la loro serenità, sembravano più allegri del solito. Soltanto uno di quei rombi cupi ruppe il silenzio di quella magica festa. Ma guidato da una mano celeste il colpo scagliatoci contro, volò via senza fare alcun male. Subito si riprese e si continuò a giocare, fin quando non scese il buio. Allora tutto finì, tutti tornarono a casa, nessuno aveva vinto, solo la nostra libertà. Oggi dopo tanti anni la libertà è rimasta e insieme al mio Marzocco rivivo nuovamente quel giorno. Eterno come lo è la nostra storia.

 

 

 Autore

Nicola Biagi

 

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