Era domenica, ma non una domenica qualsiasi: era la domenica di Pasqua. Era una chiesa, ma non una chiesa qualsiasi: era il Duomo di Firenze, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Erano due fratelli, ma non due fratelli qualsiasi: erano Giuliano dè Medici e Lorenzo il Magnifico, i due cripto-Signori di Firenze. Il 26 aprile del 1478 si consuma a Firenze la Congiura ordita dalla Famiglia Pazzi a scapito della Famiglia Medici. L’attentato ai due fratelli Medici diventa congiura internazionale perché oltre ai fiorentini Pazzi entrano nella congiura anche il Papa Sisto IV, suo nipote Girolamo Riario, la Famiglia Salviati, il Re di Napoli Ferdinando d’Aragona e il Duca D’Urbino Federico da Montefeltro.
Ad onor di cronaca bisogna precisare che ben due occasioni andarono perse per l’uccisione dei fratelli: un primo tentavo prevedeva l’avvelenamento dei Medici durante un banchetto nella Villa Medici appena sotto Fiesole, ma Giuliano dette forfait per malattia. Tutto fu rinviato alla settimana successiva: sempre banchetto, sempre veleno, ma ahimè, nuovamente Giuliano risultò assente perché indisposto. I congiurati decisero allora di cambiare strategia: i fratelli sarebbero stati pugnalati! Ma il sicario che ingaggiarono – Gian Battista da Montesecco – udito il luogo prescelto per il delitto si tirò prontamente indietro, sbigottito dal sacrilegio di scegliere per un delitto così efferato proprio il momento dell’atto solenne dell’elevazione dell’Ostia durante la messa cantata di Pasqua e nel luogo di culto più solenne, la Cattedrale della città! Il sicario venne allora sostituito da quattro individui: due religiosi, i preti Stefano dè Bagnoni e Antonio da Volterra incaricati di uccidere Lorenzo, e da Francesco Pazzi e Bernardo Bandini Baroncelli incaricati di uccidere Giuliano. Mentre Lorenzo e Giuliano erano inginocchiati, ubbidendo al segnale convenuto, gli assassini tirarono fuori le armi e le scagliarono contro gli indifesi fratelli; Prete Stefano e Prete Antonio, non usi alle armi, fallirono il colpo. Lorenzo riuscì a riparare nella Sacrestia delle Messe ed ebbe salva la vita a costo di quella di Francesco Nori, l’amico che gli fece scudo con il proprio corpo. Giuliano invece perì a soli 25 anni, lasciando la Bella Fioretta incinta di 8 mesi: il 26 maggio 1478 nacque infatti Giulio, futuro Papa, che passerà alla storia col nome di Clemente VII.
Autore
Marisa Cancilleri